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Bolaño

Chiamate telefoniche

chiamate

 

 

Il ricordo che lascia un libro è più importante del libro stesso.

Gustavo Adolfo Bécquer.

 

 

Chiamate telefoniche è un libro di Bolaño che ha lasciato, forse a tanti di noi, un ricordo indelebile, qualcosa che va oltre l’apprezzamento verso un libro o un opera d’arte in generale. Del periodo in cui lessi questi racconti ricordo quasi tutto, dal momento in cui un corriere dalla pelle marrone bussò al campanello di casa mia per consegnarmelo alle serate che trascorrevo a leggere e rileggere. Vivevo nella periferia piatta e grigia di Amsterdam. In un bazar gestito da un surinamese con due biglie celesti al posto degli occhi comprai un paio di candele. Il tizio mi guardò con quegli occhi color azulejos, poi mi disse qualcosa in Papamiento che non capii. Questo è solo un aneddoto insignificante della mia vita con questo libro sotto al braccio, e ne potrei raccontare tanti altri simili, cosette futili, quisquilie, che hanno assunto un valore grazie alla copertina rossa di Chiamate telefoniche. Le candele mi servivano per leggere, es cierto. Il senso di avventura che sprigionavano quelle pagine era così forte che non potevo sminuirle con una lettura medica, di luce artificiale. Oggi mi diverto a rivedere tutte le frasi che ho sottolineato e a rileggerle con lo spirito della rivelazione:

 

 

Le analogie mi confondono soltanto.

 

Mi spiegò come erano andate le cose. Era semplice, era incomprensibile.

 

Quando un uomo dice che ha tempo è già in trappola e con lui una donna può

fare quello che vuole.

 

La sua presenza, la sua fragilità, la sua spaventosa superiorità , ad alcuni serve

da stimolo o da monito.

 

A distanza di anni penso che Chiamate telefoniche sia stato uno di quei libri che ha reso la vita sopportabile. Di quel periodo non riesco ad avere brutti ricordi. Oddio, ogni tanto ripenso a quanto sporco era il pavimento della metropolitana, l’acqua che entrava negli scarponi dopo il ritorno in bicicletta, la paura di finire sotto un tram che parlava una lingua così poco familiare. Ma è solo un attimo, un piccolo lampo di luce nera, strano vero? Poi ripenso al libro e tutto diventa diverso, in qualche modo erotico. Chiamate telefoniche ha cambiato il mio modo di leggere, di stare in silenzio e relazionarmi con gli altri. Ogni uomo e ogni donna che incontravo in quei giorni erano già passati per quelle pagine. Erano dei racconti aperti, attraversabili. Ogni sagoma femminile che assaporavo da dietro le tende dei vicini era quella di Joanna Silvestri.

Di Antonio Panico

Antonio Panico è nato in provincia di Napoli nel 1986 ma ha già vissuto in tanti paesi e tante città. Si è laureato in Scienze Politiche ma la sua vocazione è quella letteraria. Ha partecipato con successo a diversi concorsi letterari e, negli ultimi due anni, suoi racconti brevi sono apparsi su circa venti riviste. Cura Settepazzi, blog di approfondimento sulla letteratura latino-americana. Ha fondato e dirige Grande Kalma- Laboratorio di micronarrazioni e rivista letteraria.

3 risposte su “Chiamate telefoniche”

Come al solito sei capace di trasportare chi ti legge in una dimensione altra e irreale. La tua scrittura, un Fado senza musica. O forse é musica questo andare da giovane a una giovinezza più antica, annusarne gli odori, rimembrare le impressioni che diventano con la tua penna, potenti evocazioni come schizzi di realtà.
Grazie Antonio.

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